Il buio è un oggetto
6, 7, 8 giugno 2025 – lungo via Castello
A cura di Andrea Cottinelli, Stefano Delle Monache, Giovanni Liuzzi, Riccardo Marai, Rachele Toniolo, Anita Zanella
Il buio è una metafora, sembra un paradosso: come può esistere, nonostante l’infinità di stelle che illumina l’universo?
Ma prima di tutto, il buio è un oggetto, è realtà. Il cielo notturno è buio. Le nubi oscurano la luna, rendendo più nera la notte. Analogamente, la polvere interstellare assorbe la luce visibile di stelle e galassie lontane, scolpendo zone d’ombra che sembrano avere una loro consistenza. Per non parlare poi dei buchi neri, oggetti bui per eccellenza, della materia oscura e dell’energia oscura, oggetti teorici che ancora non capiamo.
Esiste un solo buio o ce ne sono tanti tipi diversi? È un oggetto misurabile, il buio? Possiamo usarlo come riferimento?
Sono capaci (quasi) tutti di orientarsi nella notte con le stelle e le costellazioni. E se invece usassimo il buio per trovare la strada?
Potremmo guardare verso il centro della Via Lattea, là dove le stelle si ammassano più fitte, dove sembrano pulviscolo luminoso. Proprio in quei punti la luce si fa sfondo e incornicia il buio che balza in primo piano assumendo la forma di animali e oggetti. Per i popoli che possono godere dello spettacolo di notti nere, queste ombre diventano mappe celesti, punti di riferimento. Così il buio si fa presenza, risorsa. È necessario per immaginare, per osservare al telescopio, per porre domande e cercare risposte nella vastità dell’Universo, per poter conoscere. Come il silenzio è necessario per ascoltare, così il buio è fondamentale per scoprire i misteri dell’Universo.
Visite guidate
Le visite guidate alla mostra si terranno sabato 7 e domenica 8 giugno alle ore 16.30 e 18.30.
La visita di sabato 7 ore 16.30 sarà accompagnata da un interprete LIS.